A CASA MIA AVEVO TRE SEDIE

Mostra personale a cura di Simona Campus
Cagliari, EXMA EXhibiting and Moving Arts
11 luglio – 11 ottobre 2020

“Gli oggetti che la casa conteneva – profondamente connotata dal passaggio di esistenze femminili – sono stati conservati, i corredi e finanche il più piccolo lembo di tessuto sono stati salvati e utilizzati per la realizzazione di lavori originali, che tracciano un ponte tra passato e presente. Ne deriva una narrazione affascinante, intensa, che scandaglia nel profondo: spazio di vincoli forti e altrettanto forti desideri di emancipazione, di conquista della libertà, la casa è uno sfaccettato, incoerente microcosmo, in cui albergano affetti e solitudini, vociare di amicizie ma anche silenziose inquietudini, rimpianti, sconfitte”.

A casa mia avevo tre sedie presenta in una dimensione installativa inedita gli ultimi cinque anni di ricerca dell’artista Maria Jole Serreli. La mostra riscostruisce le stanze della casa-atelier che, a Marrubiu, nella provincia di Oristano, l’artista ha ricevuto in eredità da una cara prozia, in realtà, per lei, una seconda madre, trasformandola in luogo di sperimentazione e dialogo artistico. Tutti gli arredi e gli oggetti che la casa conteneva – profondamente connotata dal passaggio di esistenze femminili – sono stati conservati, i corredi e finanche il più piccolo lembo di tessuto sono stati salvati e utilizzati per la realizzazione di lavori originali, che tracciano un ponte tra passato e presente. Ne deriva una narrazione affascinante, intensa, che scandaglia nel profondo: spazio di vincoli forti e altrettanto forti desideri di emancipazione, di conquista della libertà, la casa è uno sfaccettato, incoerente microcosmo, in cui albergano affetti e solitudini, vociare di amicizie ma anche silenziose inquietudini, rimpianti, sconfitte. A questo composito racconto fa riferimento il titolo della mostra, che cita un passo del filosofo e scrittore Henry David Thoreau: «a casa mia avevo tre sedie: una per la solitudine, due per l’amicizia, tre per la società».

L’esposizione, articolata come un succedersi di ambienti-installazioni, preceduti  da un ulteriore intervento appositamente studiato per il piazzale dell’EXMA, presenta in ogni stanza differenti nuclei di opere, coincidenti con altrettanti momenti della ricerca di Serreli, che, figlia d’anima, fa della memoria e delle radici un forte strumento di connessione con il pianeta globale: coerentemente,  il percorso si snoda attraverso gli oggetti che sanno riscoprire, con sensibilità, la poesia delle piccole cose, che cercano di recuperare un rapporto armonico con la natura, con la terra, il legno e la pietra della nostra isola, intervallati da un corpus di lavori recenti, mai esposti prima d’ora, realizzati dall’artista nell’ambito di uno scambio culturale con la Cina, a raccontare in maniera ancor più significativa il nostro tempo.